Questo libro è una rete: una rete di esperienze, una rete di persone, una rete di parole. Una rete instabile e apertissima…Tutti i suoi contenuti sono collegati a una tematica, ampia, ambiziosamente sfuggente, decisamente multidisciplinare, ma tutto sommato definita e comprensibile…Questo libro è parte di una rete a maglie disomogenee, con molti incroci ma pochi nodi, con molti buchi da cui si guarda e si esce fuori, e molti fili in attesa, disposti a essere prolungati: una rete estesa e aperta. Una rete che punta a disporsi nello spazio intermedio tra i centri culturali potenti, e le micro-reti, personali, locali, identitarie, spesso ripiegate sulla difensiva. A quelli che della venustas hanno sentito parlare e che si chiedono però di cosa parliamo quando parliamo di bellezza dell’architettura e della città , oggi, in un tempo in cui il mercato e la democrazia imperano e vacillano contemporaneamente. In un tempo in cui moltissime città non sono più l’integrazione perfetta di urbs e civitas. Ma anche in un tempo in cui l’architettura e la città dimostrano, nonostante tutto, una straordinaria vitalità .
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